Lei è la sola femmina. La sola, inoltre, che meriti il nome di ragazza, fra stempiati, calvi e strapazzati. Si sente detentrice di un tesoro che i presenti hanno già dilapidato, che dilapiderà a sua volta, ma ora le occhiate, i gesti bonari, le attenzioni sono per lei.
Humana
Mario, ‘sto Mario qua ha mollato un ceffone enorme in faccia a Franco, il mio amico musicista. Ora le ragioni non me le chiedere, non è questo il punto.
Un militare di alto grado, un libro di successo, una possibile carriera politica...
La prima parte di un racconto di Ale Ortica, come sempre sulla linea in bilico fra fiction e realtà.
In un evento normale un'esibizione come quella di Mobrini avrebbe concluso la serata, ma il Poetry Slam di Velletri non fu non un evento normale. Infatti si proseguì in un crescendo di follia poetica che pareva non avrebbe mai avuto fine.
Continua la cronaca di uno degli eventi più controversi degli anni Ottanta.
I Mai Morti sono i vivi di allora, quello che noi saremo per i vivi di poi.
Oggi, vivono per noi: Renée Vivien, Angela Maria Raubal, Jack Kerouac, Ennio Iacobucci, Miguel Pereira, Philip Seymour Hoffman, William Friedkin. Riesumati dalle penne di: Tiziana F. Grellenti, Luca Moretti, Luca Scacchetti, Alessandro Chiappanuvoli, Stefano Salvi, Luca Miraglia, Gianluca Colloca.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo di noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri una vita o pochi attimi; come le storie che inventiamo per esistere. È inutile pioversi addosso.
“Ma cosa ne sanno loro” pensò Tonino, mentre barcollava per le strade del quartiere Rosso. I ragazzi gli si facevano incontro. Il più sbruffone del gruppo lo canzonava. «Tonino l’ubriacone, Tonino l’ubriacone» ripeteva a mo’ di filastrocca. Lui lo scacciò a male parole: «Ch’èt végna ’n asidênt».
Luca mi grida all'orecchio, nel bel mezzo del concerto. Non lo sento. Deve dirmi qualcosa. Lo guardo. Ha un'espressione solenne, da grandi occasioni. Mi viene un nodo allo stomaco.
Ora che ci penso, a proposito di mano, a me il telefono è sempre sembrato molto simile a… sai cosa? Una selce, cioè qualcosa che richiami molto da vicino i primi utensili per la scheggiatura.
Alle nove del mattino suonava una sorta di sveglia, si accendevano dei riflettori di una potenza tale da poter illuminare uno stadio e tutti i concorrenti dovevano saltare giù dal letto per dar vita allo spettacolo dello zoo umano. Quella sera ci sarebbe stata la sfida al televoto.
Appuntamento finale con il reality che racconta una storia di fantasia ma con evidenti richiami alla cronaca.
Non si trattava di un semplice congegno per lavorare sui testi scritti, ma di una divinità post-moderna, un divoratore di parole inesorabile la cui esistenza, secondo i detrattori, minacciava l'essenza stessa della comunicazione umana.
Era l'estate del 1986 quando Velletri, placida cittadina dei Castelli Romani, fu scossa da un evento che avrebbe cambiato per sempre la storia della poesia italiana – o almeno così immaginarono gli organizzatori dopo qualche bicchiere di troppo.
Cronaca di uno degli eventi cardine della controcultura romana degli anni Ottanta.
Fino all’arrivo della lettera della TV mio marito era stato quello di sempre. Questo avvenne solo due mesi dopo che aveva partecipato al programma. Ho sentito alla TV, oggi che su tutti i canali si parla di lui, spericolate ricostruzioni di quanto accaduto. Descrivono un uomo ossessionato da quel quiz, che non perdeva una puntata, trascurando me, i figli, il lavoro. Descrivono un uomo la cui unica priorità era di diventare il campione del programma, incapace di incassare il fallimento.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo di noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri una vita o pochi attimi; come le storie che inventiamo per esistere. Ed è un miracolo esistere, è un miracolo raccontarsi.
Non è vero che ti stalkeravo.
Aprivo spesso whattsapp – questo sì – per controllare se eri online. Sono stato praticamente obbligato da quella volta che avevi tolto l’ultimo accesso: a quel punto non mi restava altro che verificare se messaggiavi con quelle due casalinghe annoiate che si farebbero di sicuro un giro con una donna.
Trovò la scimmietta immobile, al centro della gabbia, seduta con le braccia distese lungo il corpo. Lo guardò fisso negli occhi; per un attimo adombrò un ghigno sinistro, ma forse era la suggestione… Franco restò incollato all’interruttore, senza riuscire a spiegarsi cosa fosse accaduto nel lasso di tempo che aveva preceduto la lampadina. Spense di nuovo, per prova. E il trambusto riprese.
Mancava un giorno alla diretta durante la quale i concorrenti avrebbero scelto i nomi delle persone che si sarebbero sfidate durante il televoto da casa: il più votato sarebbe uscito immediatamente e gli autori avevano imposto i nomi di Mary e Simona. Il secondo nome era stato comunicato attraverso un complicato roteare d’occhi dal prestante Polonio, il quale sembrava essere d’accordo sul fatto di far uscire la goffa musona, buona solo a finire le scorte di biscotti proteici messi a disposizione dello sponsor.
Torna l'appuntamento con il reality pieno di rimandi all'attualità e alla cronaca nazionale.
Levò un braccio sul tavolo, scrutò uno a uno gli invitati negli occhi, dando a intendere che voleva la loro attenzione. In silenzio, ciascuno a modo suo lo stava assecondando. Quindi con la mano alzata Mario iniziò a contare. Al “tre” – un sollevamento lento e controllato del dito medio – si udì un botto dal pavimento: ma non era caduto nulla, né dal tavolo né dalle altre parti della sala, per cui gli amici si guardarono sbigottiti.
Venni informato del mio sequestro una mattina di dicembre. Poche parole dette al telefono. L’uomo, una voce giovanile priva di inflessioni dialettali, aveva parlato in fretta e chiuso la conversazione senza darmi il tempo di replicare che quello che diceva non era possibile, che nessuno aveva sequestrato il Cavalier Scalzi, che il Cavalier Scalzi ero io.
Il sole di mezzogiorno si è sciolto tutto, cola sullo slargo e fa scintillare le macchine scassate parcheggiate una dopo l’altra lungo i bordi. La solitudine crudele riempie il cuore di una donna che si appresta a mangiare e intanto sta portando alle labbra il primo sorso da un calice di vino bianco.
Nonna Eugenia, la mamma di Simona, era molto preoccupata per la nipotina. Ormai a Simona pensava poco, le aveva dato tutto ciò che poteva e anche di più, nessuno avrebbe potuto accusarla di non aver fatto tutto il necessario.
Terzo episodio del reality legato all'attualità e alla cronaca.
"Nell'inverno del 1983, Giancarlo Mobrini era un giovane squattrinato con la passione per la poesia. Aveva ventiquattro anni, una barbetta rada e un'insana dipendenza dalla sambuca. Trascorreva le giornate sui banchi di piazza Campo de' Fiori, cercando di rifilare le sue raccolte ciclostilate ai pochi passanti che si fermavano ad ascoltarlo."
La vera storia romanzata di un misconosciuto ma fondamentale artista dell'underground romano.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo di noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri una vita o pochi attimi; come le storie che inventiamo per esistere. Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere in prima persona. Ego come va l’amore, ego come vanno le relazioni.
È un corridoio lungo. A sinistra, finestre affacciate su un cortile buio, a destra una serie di porte, chiuse. I neon sul soffitto emanano luce fredda, il silenzio ingoia il rumore dei passi sul linoleum. Non c’è una via di uscita, non si può tornare indietro, solo proseguire. Fino alla fine.
«Ma si può sapere cosa diamine stai scrivendo?»
Alzo gli occhi e vedo che non ha ancora cambiato posizione. «L’importante è che non ti muovi da lì, intesi?».
«Ma se non so nemmeno perché ti sto dando retta! Mica starai facendo qualcosa di sporco?»
Appena lasciato il cementificio, la costa, e di conseguenza la strada che la seguiva, formava una piccola insenatura che si manteneva sempre in ombra. Il lato a monte della via era sostenuto da un alto muraglione, al di sopra del quale un rigoglioso giardino nascondeva alla strada una villa dei primi del Novecento, la cui visuale, al contrario, era aperta sul luminoso panorama che il lago sapeva offrire in giornate di sole come quella.
La statua della Madonna nera galleggiava in lontananza sopra gli ottoni dorati dei suonatori, in mezzo alla gente di San Severo che le faceva ressa intorno.
Tilde dalla coda del corteo riusciva appena a scorgerne la corona, i boccoli biondi dei capelli e l’oro ricamato della veste di seta. Avrebbe voluto esserle vicino, aspettarne il passaggio e baciarle la veste, come faceva ogni anno.
Simona posava davanti alla fotocamera con il suo nuovo outift, orgogliosissima, non vedeva l’ora di leggere commenti incoraggianti che le confermassero quanto quel vestito strizzaciccia fosse adatto e indispensabile per un aperitivo in centro. Lo specchio era sempre lo stesso, perfetto per accoglierla in tutta la sua superficie e perfettamente orientato rispetto alla luce naturale che fluiva dalla finestrella alla sua destra.
Secondo appuntamento con il reality legato alla cronaca nazionale.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo di noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri una vita o pochi attimi; come le storie che inventiamo per esistere. Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere in prima persona. Ogni sacrificio è una profezia, ogni profezia un sacrificio.
Ho provato a restare speciale per anni. Ho tenuto sul comodino la bacchetta magica in un portapenne. Mi sono detta che comunque, nel bene o nel male, io ero una Supergirl.
Era strano, ma nel mondo reale era molto difficile continuare a essere una bambina magica. C’era qualcosa che stonava e nuvole nere sempre basse all’orizzonte, anche se poi, voltandoti dall’altra parte, il cielo sembrava essere ancora limpido.
Lo studentato era circondato da altri studentati, tutti edifici simili, mediamente alti e retti, mestamente privi di qualsiasi slancio architettonico - caratteristica sottolineata dal grigio chiaro che accomunava ognuna delle pareti visibili. Nella loro anonima somiglianza, il terrazzo dove si trovavano pareva però più basso rispetto ai suoi vicini, come se al palazzo mancasse un piano - chissà quali ebbrezze e gioie e feste si nascondevano in quel piano mancante.
I ragazzi non avevano mai tempo. Saranno passati vent'anni, probabilmente anche di più, e adesso stando a semplici calcoli dovrebbero essere uomini adulti - ma allora erano ragazzi che non avevano mai tempo, guidati da un'urgenza intangibile, da un istinto di fuga, dalla paura del silenzio.
La musica cessò di colpo. La voce al microfono smise di declamare il suo repertorio, ci furono alcuni secondi in cui in televisione si vedevano solo le fiamme in mezzo a un mare di teste immobili, il silenzio era generale, si era fermato tutto.
Qualcuno te l’aveva detto che al di fuori delle tue terre aspre fa freddo, ma il dolore della pelle bagnata frustata dai venti di mare si capisce bene solo quando ce l’hai addosso.
«Mi serve un anello» sputo fuori veloce, come un ladro. Non serve aggiungere altro, che il gioielliere mi squadra con occhio esperto e poi traffica tra i cassetti. Mi porge una scatolina in velluto rosso e aspetta a braccia incrociate.
«Bello vero?»
«Bellissimo» mormoro, gli occhi incastonati nell’arcobaleno di facce del diamante.
Il cast era composto da dieci concorrenti provinati tra i più illustri esponenti dell’influenceraggio contemporaneo, nessuno che avesse meno di ventimila followers sarebbe stato considerato dagli autori del programma, più cinque assatanati ex-qualcosa, preferibilmente scongelati negli ultimi anni da qualche importante talk show per pontificare di politica, geopolitica, cucina, diritti civili, misoginia e misure ideali del corpo femminile.
La prima puntata di un reality con molti rimandi satirici alla cronaca nazionale.
Di lui, più che delle esigue opere scritte, resta l’opera immortale della vita che visse, i semi luminosi che lasciò e che, a cento anni dalla sua morte, ancora raccontano, chiarissimi, di un ragazzo straordinario capace incarnare l’idea folle, e semplice, dell’essere al mondo per il mondo, per il bene collettivo, per gli altri, per i più deboli, per i più piccoli.
Alessandro Chiappanuvoli racconta Umberto Postiglione anticipando il trekking letterario sull'ultimo cammino che si terrà il 1 maggio in Abruzzo.
Il mio sguardo, quello di mio fratello Roberto e di mia sorella Sonia s’incrociano. Tremiamo di paura. Non abbiamo la forza di reagire, alcun appoggio, qualcuno che ci possa aiutare. Nulla.
Immaginate una casa degli orrori. Su una collina isolata, con un portone di legno pesante. La aprite e questa scricchiola. Un gran presagio di cosa vi aspetta all’interno. Ecco cosa sono io. Un giardino radioso con al centro la casa degli orrori.
Dopo ogni confronto, calava per un po’ il silenzio. Assorti, ci davamo a delle lunghe e pensose boccate di fumo. Passata la guerra, c’era da cavarsela: chi di noi - per esempio - ce l’avrebbe fatta? Io per me vedevo solo fuoco.
Quella era chiaramente un’azione a gioco fermo, ma a nessuno sarebbe dispiaciuto realizzare una marcatura anche in un’occasione del genere.
Era una serata come tante altre serate invernali, pizza a domicilio, un film in streaming, cazzeggio fra amici. E poi sarebbe venuta anche Stefania. A Dario piaceva molto, e per questo si sentiva in imbarazzo, a parlare con lei. Però quando Stefania non usciva col resto della compagnia lui aveva come una sensazione di vuoto, e quindi preferiva sentirsi in imbarazzo.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri una vita o solo pochi attimi; come gli esseri umani, come le storie che inventiamo per esistere. Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere in prima persona. “Chi dorme non piglia pesci”, dice il detto.
Parlo sempre con mio padre e lui mi risponde, ci facciamo delle gran chiacchierate su come gira il mondo, su quanto la gente si crei dei mastodontici problemi riguardo questioni irrilevanti e si lasci sopraffare da cose piccolissime. Rido e scherzo tanto con mio padre, che per inciso è morto da dieci anni.
"Mi sono sempre chiesta se i fantasmi esistono davvero," rifletté Dolores, sorseggiando la sua tisana fumante. I suoi occhi si posarono sulla figura che fluttuava appena sopra i cuscini del divano.
Quando cambi identità e scompari dai radar, devi cambiare anche quello che fai. Qualsiasi abitudine avevi, ovunque andavi, fallo in modo diverso.
Federico era un po’ stranito quella sera. Fosse stato un dj competente il pubblico, fosse stato un pubblico competente, se ne sarebbe accorto subito. Ma non era nessuna delle due cose.
Sara respirò profondamente emettendo un suono lugubre. Sollevò una mano dalle coperte e distese le sue cinque dita proiettando lunghe ombre sul muro. «Esci, esci, dai» lo esortò. Non successe nulla. Sara sospirò, cosa era successo nello sgabuzzino degli attrezzi? Rivide la scena davanti agli occhi, sulla parete era apparsa la sagoma del suo profilo e sembrava un uccello. Doveva dargli una forma?
C'è un ampio parcheggio, vuoto, davanti del cimitero. Io e Marco entriamo. Facciamolo oggi, ci siamo detti.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri una vita o solo pochi attimi; come gli esseri umani, come le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. A volte l’amore rimane tra i denti. Ma almeno ricorda.
"Un getto d’acqua improvviso parte dall’acquario e vedo il pesciolino sul pavimento che sobbalza freneticamente, agitandosi con tutto il corpo e le pinne. Guardo la sua bocca aperta, mi chino per afferrarlo e lo rimetto nell’acqua."
Terzo e ultimo appuntamento con il racconto a puntate di Joseph Santella.
La situazione si faceva ambigua. Perché Mario non era nuovo al sarcasmo, e spesso bisognava conoscerlo, saperne le convinzioni e stare sul pezzo per non rischiare di prenderlo troppo sul serio e caderci con tutte le scarpe. A volte saltava a piè pari due-tre piani logici del discorso, e non era facile seguirlo.
Stamattina mi sono svegliata in riva al mare, avvolta in un telo di spugna, con i capelli impastati di sabbia. C’erano dei bambini che giocavano sulla battigia e, nella direzione opposta, dove la spiaggia risale prima di diventare strada, ho visto il tremolio del calore alzarsi all’orizzonte.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita o solo pochi attimi; come gli esseri umani, come le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. L’amore spesso pare osso, ma si rivela osteoporosi.
"Una brusca ventata gelida fa aprire il quaderno. I fogli battono l’uno sull’altro e il quaderno si richiude. Il vento avvolge me e la nebbiolina. Sul pavimento si forma un velo bianco che aleggia a pochi centimetri dal pavimento, come una nuvola bianca, piana."
Secondo appuntamento di un racconto in tre parti.
Nella vastità di quel terreno sorgeva un unico edificio, privo di finestre, con soltanto una porta. Nessuno oltrepassava quella soglia se non Ofeo. Lì, tra quei muri silenziosi, riposavano i sonnambuli. A ogni crepuscolo, Anna assisteva al lento allontanarsi di suo padre, mentre si dirigeva verso la porta.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita o solo pochi attimi; come gli esseri umani, come le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. Come acerbe paure, rimangono attaccati ai rami nella speranza di cadere in buone mani.
"Qualcosa di miracoloso è accaduto, qualcosa che supera ogni emozione che uno possa provare. Lo sconvolgimento, una forma di estasi, mi ha allontanato da me stesso e dal mondo che mi circonda per farmi entrare su una frequenza invisibile, avvertendo il tocco".
Primo appuntamento con un racconto in tre parti.
La salvezza poteva forse trovarsi in quella stanza, in cui la perdita dei ricordi non spaventava ma si confrontava con la ricostruzione di una memoria comune, di cui lei stessa era inconsapevolmente un minuscolo tassello?
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita o solo pochi attimi; come gli esseri umani, come le storie che inventiamo per esistere. Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. Sono miti, mitologie. Genesi, genealogie.
È da poco passata la mezzanotte, e per la strada non c’è già più nessuno. Loro hanno fatto diversi giri della piazzetta, in tondo, con lo stereo a palla, i finestrini abbassati nonostante il precoce freddo autunnale, la lucetta dell’abitacolo accesa come a dire eccoci, noi siamo qui.
Io sono un mostro, e lo so. Carne marcia, in cancrena, rivestita di pelle pulita, di pelle traslucida. Io non so che senso abbia questa scatola che mi avvolge, che mi contiene. Potrei vivere senza?
I Mai Morti sono i vivi di allora, quello che noi saremo per i vivi di poi.
Oggi, vivono per noi: Pino Zac, Diego de Sterlich Aliprandi, Kris the Foxx, Dietrich Bonhoeffer, Angelo Sigaro Conti, Guido Nicheli, Liberato, Eve Babitz. Riesumati dalle penne di: Valeria Pica, Alessandro Chiappanuvoli, Domenico Caringella, Benedetta Sonqua Torchia, Cristiano Armati, Gianluca Colloca, Luca Moretti, Dario Morgante.
Ormai vicini al nuovo speciale del prossimo 2 novembre, con quello del 2019 arrivano a conclusione i pezzi collettivi delle passate stagioni.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita o solo pochi attimi; come gli esseri umani, come le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. È una raccolta, qualcosa di cui aver cura come farfalle secche.
È una storia difficile da credere, mi fa. Vuoi sentirla? E più di ogni altra cosa, tu mi vedi come mi hai sempre visto?
Aspettando il nuovo speciale del prossimo 2 novembre, rilanciamo i pezzi collettivi delle passate stagioni, stavolta tocca al 2018.
Testa bassa. Il viso arrossato dal freddo, i piedi anneriti dallo sporco. Il questuante ascende un passo argilloso, raggiunge il boschetto, lo attraversa, si ritrova a percorrere un sentiero di selvaggina, in alto il sole bianco e inghirlandato nel velo di bruma. Cammina e cammina. Senza indugio. Senza foga. Lungo il fianco della montagna. Tra i rovi.
Aspettando il nuovo speciale del prossimo 2 novembre, rilanciamo i pezzi collettivi delle passate stagioni.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita intera o solo per pochi attimi; come gli esseri umani, come le narrazioni: le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. È un esercizio, la seduzione. Non dovremmo mai perdere l’allenamento. Non si sa mai…
La mente, i pensieri, possono davvero colpire il corpo? Nel qual caso non dovrebbero da qualche parte nascondere elementi di fisico, di materiale?
Asceti in bilico tra l’amen e l’ameno, fazzoletti sospesi nel vuoto della Storia durante una partita a rubabandiera tra Genio e Demenza. Il reale prende a noleggio l’improbabile, e viceversa – in ogni caso nessuno ha mai restituito niente. Anacoreti Bighelloni. Forse c’è un motivo se i plutarchi d’ogni tempo li hanno ignorati, ma a noi non interessa! Fulgidi esempi di bizzarria, tornano a rivolgere i loro insegnamenti agli Adepti del Futuro.
Lettere lunghissime che, partendo da presupposti precisi e a volte persino banali, si trasformavano in flussi di coscienza interminabili, con una calligrafia a momenti precisa e chiara e in altri confusa e arruffata ai limiti dello scarabocchio, con parole e frasi che si facevano via via più piccole tanto da diventare illeggibili.
Raccontare e ascoltare tutte le sere una storia, la stessa storia, senza cambiare mai una parola, un respiro, fino a farla diventare un'invocazione, una liturgia da recitare sottovoce, una preghiera mandata a memoria.
A volte non è necessario essere poeti o pittori per riconoscere quelle strade che sanno di mattino.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita intera o solo per pochi attimi; come gli esseri umani, come le narrazioni: le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. E, certe volte, spacciamo per amore anche la violenza.
Nato da una famiglia di osti, passato alla storia con l’accento sbagliato, Salgari si trovò in vita a costruire portali per il teletrasporto di massa senza riuscire a trarre grandi ricavi dalla sua invenzione.
Asceti in bilico tra l’amen e l’ameno, fazzoletti sospesi nel vuoto della Storia durante una partita a rubabandiera tra Genio e Demenza. Il reale prende a noleggio l’improbabile, e viceversa – in ogni caso nessuno ha mai restituito niente. Anacoreti Bighelloni. Forse c’è un motivo se i plutarchi d’ogni tempo li hanno ignorati, ma a noi non interessa! Fulgidi esempi di bizzarria, tornano a rivolgere i loro insegnamenti agli Adepti del Futuro.
Sembra che il Morbo di Lenin, patologia ancor poco studiata, più che un’infermità mentale sia un modo diverso di affrontare il presente, una maniera differente di vedere le cose, una sorta di lente d’ingrandimento capace di trasformare in possibilità quello che altri ravvedono come un problema.
Ritornare al piccolo paese dove siamo nati e cresciuti, incontrare dopo tanto tempo gli amici una volta fraterni, solo per avere conferma che il passato ha sì un significato, però totalmente diverso rispetto al presente.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita intera o solo per pochi attimi; come gli esseri umani, come le narrazioni: le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. E ho capito che vogliamo fare l’impossibile, e non facciamo il possibile.
Asceti in bilico tra l’amen e l’ameno, fazzoletti sospesi nel vuoto della Storia durante una partita a rubabandiera tra Genio e Demenza. Il reale prende a noleggio l’improbabile, e viceversa – in ogni caso nessuno ha mai restituito niente. Anacoreti Bighelloni. Forse c’è un motivo se i plutarchi d’ogni tempo li hanno ignorati, ma a noi non interessa! Fulgidi esempi di bizzarria, tornano a rivolgere i loro insegnamenti agli Adepti del Futuro.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita intera o solo per pochi attimi; come gli esseri umani, come le narrazioni: le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. Il fumo nuoce gravemente alla salute, soprattutto negli occhi.
Il desiderio di uno scoop può cambiare la carriera di un giornalista, o forse è solo una possibilità per mascherare le difficoltà della vita. In ogni caso gli eventi poco a poco iniziano a deragliare trasformando le aspirazioni in delirio.
Asceti in bilico tra l’amen e l’ameno, fazzoletti sospesi nel vuoto della Storia durante una partita a rubabandiera tra Genio e Demenza. Il reale prende a noleggio l’improbabile, e viceversa – in ogni caso nessuno ha mai restituito niente. Anacoreti Bighelloni. Forse c’è un motivo se i plutarchi d’ogni tempo li hanno ignorati, ma a noi non interessa! Fulgidi esempi di bizzarria, tornano a rivolgere i loro insegnamenti agli Adepti del Futuro.
Lorenzo Spirito: capitano di ventura, podestà, soldato valoroso in battaglia, è passato alla storia per essere stato l'uomo che, più di ogni altro, amò la vita, essendo stato, egli stesso, capace di giocarci pur senza mai davvero volerla mettere in pericolo.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita intera o solo per pochi attimi; come gli esseri umani, come le narrazioni: le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. Storie di chi ha occhi troppo grandi rispetto alla propria testa.
1945: non per tutti la Resistenza è terminata. La storia di Giulio Paggio, Comandante partigiano e capo della Volante Rossa "Martiri Partigiani", con il nome di Tenente Alvaro.
L'amore esiste il tempo del racconto che facciamo su noi stessi. Il tempo delle relazioni è un tempo finito, che duri per una vita intera o solo per pochi attimi; come gli esseri umani, come le narrazioni: le storie che inventiamo per esistere.
Gli Inizi esiziali sono stati catalogati negli anni, mi sono stati confidati o li ho visti esistere io in prima persona. Nulla di quanto scritto è autobiografico.
La crescita del pene, seppur fuori età, può definirsi una patologia? Nessuno seppe dargli una parvenza di spiegazione, figuriamoci un rimedio.
Al pari di un sogno, in quegli anni difficili, la storia appariva come un accidente. E quando sogni, non ti fai domande ma accetti quel che ti capita oppure ti svegli e in quel preciso istante nel quale apri gli occhi sei fuori dal sogno, quindi sei morto.
Asceti in bilico tra l’amen e l’ameno, fazzoletti sospesi nel vuoto della Storia durante una partita a rubabandiera tra Genio e Demenza. Il reale prende a noleggio l’improbabile, e viceversa – in ogni caso nessuno ha mai restituito niente. Anacoreti Bighelloni. Forse c’è un motivo se i plutarchi d’ogni tempo li hanno ignorati, ma a noi non interessa! Fulgidi esempi di bizzarria, tornano a rivolgere i loro insegnamenti agli Adepti del Futuro
Walter ai rave, alle feste, in radio. Walter che parte, va a suonare in Europa, vuole vedere se quelle città sono più belle di Roma, noi che andiamo con lui, con la sua musica, oltre la Tangenziale Est, fuori dal Grande Raccordo Anulare. Noi siamo Roma. Roma rave mundi.
Il ricordo di Walter One a dieci anni dalla sua scomparsa.
Nella sua vita, Pepi aveva fatto di tutto per andarsene da Altomolino, eppure non c'era mai riuscito. La monotonia della provincia gli era sempre parsa stretta, sognava la città, le altre nazioni, le lingue straniere, il mondo, ma a parte sporadiche e poco appaganti vacanze la sua esistenza restava legata al paese dove era nato e cresciuto.
Ho steso questa città, le sue luci ambigue, umide sotto i tuoi piedi. E tu non hai cercato sepoltura, nessuna lapide, alcuno che raccontasse di te. Di quando ti sei ritirata qui perché la salsedine fa bene all’anima, e io ti nutrivo. Comparivi su quel pianerottolo e cercavo di guardare oltre i veli che indossavi senza cura, oltre la porta blindata.