Quando piove, accosto il viso alla finestra, mi perdo nelle infinitesimali vibrazioni, faccio che le gocce diventino lacrime.
Capovolgiamo il piano. La terra è piatta. Nulla ha spessore. Un poco le montagne che divoro, ma voi, tutti e tutte voi siete solo superficie levigata. Nessun* ha consistenza. Ho cercato in un genere e nell’altro, ho cercato nella pansessualità, ho cercato nella fluidità. Ho trovato solo viscosità: una melma acida che oramai mi scivola addosso lasciando rugiada di ruggine. Mi rifugio e mi ritrovo, così, nella fantasia, solo lì dimentico l’amenità che siete e mi creo amic*, amanti.
E a chi bussa alla mia porta senza pomello risponde una voce registrata, una specie di segreteria senza nastro su cui incidere. Un’automazione senza RAM, che lascia scorrere fiumi d’interazioni sul piano infinito fino all’oblio dei bordi. No attrito. Come quel tale o quella tizia. È indifferente.
Se ero in giro quella certa sera, non significa che volessi. C’ero come un cane al guinzaglio. E i convenevoli li concedo solo perché mordere comporterebbe inutili spiegazioni. Se c’è interesse fisico, tronchiamo ogni orpello: scopiamo e poi ognun* per la sua strada. Se ci siamo divertit*, magari ci rivediamo all’incrocio, ma poi, comunque, ognun* per la sua strada. Se ti do la zampa, è perché voglio l’osso, non mi interessa annusare il tuo culo. Ma voi no, voi pretendete. Volete, per una immatura paura tutta vostra, colmare il terrore con le parole. E mi sanguinano le orecchie.
Così, va quasi sempre a finire nello stesso modo: auto, casa, video, dita.
Ma la cosa che più mi fa pena è la vostra compassione non richiesta. Anche ora. Ora che leggi e pensi che la mia sia una richiesta d’aiuto, uno sfogo per qualcosa d’incontenibile. Non è così; e non sprecherò un solo secondo a dimostrarvelo. Io sto bene. Io sono perfetta così come sono. Sono già ciò a cui voi, se aveste un po’ di sale in zucca, dovreste aspirare.
Se poggio la guancia alla finestra, non è perché sia alessitimica. Non è perché non versi più lacrime. È perché la pioggia è la cosa che più mi assomiglia. E le vostre continue alluvioni sono la prova che ho ragione. Non sapete prendervi cura di voi stessi e date colpa a noi che non abbiamo più bisogno di voi.