My hero
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My hero

 

Mentre la piccola folla ondeggia, sento il sudore che mi cola lungo la schiena. Un mare di corpi in movimento, mentre Luca è immobile accanto a me, come se fosse qui per sbaglio.

"Non ti piacciono i Foo Fighters?" urlo per farmi sentire sopra la musica.

Lui si stringe nelle spalle. "Non particolarmente".

Beh, ognuno ha i suoi difetti. Almeno è carino, Luca. E comunque questi non sono i veri Foo Fighters, ma i Fun Fighters, una cover band.

Quello che dovrebbe somigliare a Dave Grohl urla nel microfono, la sua voce roca riempie il pub. La batteria martella, facendo vibrare il pavimento sotto i nostri piedi. Alcuni nel pubblico cercano di aprire un circle pit, ma non è proprio il caso e dura poco. Vorrei che Luca si lasciasse trasportare dalla musica, anche solo un po'.

"Vuoi che ti accompagni a casa dopo?"

"Pensavo ti piacessero i Foo Fighters" rispondo dopo un attimo di esitazione, provando a cambiare argomento.

"Beh, dai, alla fine non sono così male".

"Ti stai annoiando?"

Se fosse un po' più spontaneo, forse lo amerei. Forse. Vorrei suonare la chitarra come Dave Grohl, quello vero. Vorrei suonarla bene. Solo che bisogna esercitarsi tutti i giorni, per ore. Non come la ginnastica mattutina che giuro sempre di iniziare e poi non faccio mai. Ma la chitarra sì, quella vorrei impararla sul serio. Mi ero ripromessa di iniziare dopo la maturità, tre o quattro ore al giorno. Ho fatto mezz'ora di scale il primo luglio e poi basta. Mi facevano male le dita e sono andata al mare. Se lo dicessi a Luca, che voglio imparare la chitarra, mi guarderebbe strano. Poi, come preso dai sensi di colpa, magari mi regalerebbe una Gibson.

"Ti devo dire una cosa".

"Come?"

"Ti devo dire una cosa".

"Ah, sì. Cosa?"

Con i soldi del regalo della maturità volevo comprarmi una Squier, niente di che. Ma prima devo imparare. Altrimenti dopo due giorni la lascerei in un angolo della mia stanza a prendere polvere.

Luca mi grida all'orecchio, nel bel mezzo del concerto. Non lo sento. Deve dirmi qualcosa. Lo guardo. Ha un'espressione solenne, da grandi occasioni. Mi viene un nodo allo stomaco. Spero che dica voglio scoparti qui, davanti a tutti. Spero che dica ho dimenticato il portafoglio in macchina. Spero che dica ho sete, andiamo a prendere una birra. Spero che non dica quella cosa là. Quella che gli leggo negli occhi.

"Ti devo dire una cosa".

"Cosa?"

Una distorsione di chitarra ci interrompe. Il riff ci avvolge. There goes my hero, canta il finto Dave Grohl, la voce roca di emozione, watch him as he goes. Distolgo lo sguardo da Luca, verso la band, canto. Respiro profondamente. Spero che non sia quella cosa là. Canto insieme a qualche altra decina di persone sotto il piccolo palco in legno, fino alla fine del pezzo.

"Cosa volevi dirmi?"

"Quando?"

"Prima, durante la canzone".

"Ah, già".

"Allora?"

"No, niente".

"Niente?"

"Niente".

 

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