2017 – TERRAZZI
Il sole cala lentamente sulla città eterna, tingendo di rosa e oro i tetti di Roma. Ma non è sui terrazzi esclusivi del centro storico che si consuma il rito della cultura questa sera. No, il cuore pulsante della letteratura picaresca batte altrove, lontano dalle luci della ribalta, nei quartieri dove l'asfalto si sbriciola e le idee resistono ostinate come erbacce tra le crepe dei marciapiedi.
I terrazzi di TN sono infatti quelli condominiali delle zone popolari, sbreccati, sgarrupati, con decine di antenne a stagliarsi contro il tramondo e i panni dei condomini stesi ad asciugare. Si va a modo nostro, lontano dagli ambienti paludati della cultura ufficiale, dove ci si recensisce fra amici, dove le conoscenze contano più delle qualità. Nelle serate di TerraNullius gli ospiti sono invitati a scrivere su un foglio pergamena un racconto con la tecnica del cadavere squisito.
Dunque, fra antenne arrugginite che si stagliano contro il cielo come scheletri di dinosauri urbani, tra panni stesi che ondeggiano come bandiere di una nazione immaginaria, sta per andare in scena l'ennesimo atto di resistenza culturale.
Così saliamo le scale scrostate, i gradini consunti da migliaia di passi anonimi. A ogni piano un universo si svela, odori di cucina si mescolano a litanie televisive, pianti di bambini si intrecciano a discussioni accese. È la sinfonia della vita vera, quella che non trova spazio nelle pagine patinate delle riviste letterarie ufficiali.
Finalmente, ecco il terrazzo. Un'isola di cemento sospesa tra cielo e terra, un limbo dove tutto è possibile. Le sedie di plastica, eredità di qualche festa di compleanno dimenticata, formano un cerchio irregolare. Al centro, un tavolino traballante regge una pila di fogli pergamena e una manciata di penne. È tutto ciò che serve per dare vita a una rivoluzione.
I nostri ospiti non sono i soliti noti, i volti che si vedono in televisione, i nomi che campeggiano sulle copertine dei bestseller. Sono persone comuni con storie straordinarie da raccontare.
Li accogliamo uno a uno, domandandoci chi di loro sarà pronto a percorrere un tratto di strada insieme a noi. Quando il cerchio è completo, quando l'ultimo raggio di sole ha abbandonato il terrazzo lasciandoci in una penombra complice, è il momento di iniziare. Spieghiamo le regole del gioco, anche se "gioco" è una parola che non rende giustizia alla sacralità di questo momento. Ogni partecipante scriverà alcune frasi, poi piegherà il foglio lasciando visibile solo l'ultima parola. L'autore successivo continuerà la storia partendo da quella parola, e così via.
È la tecnica del cadavere squisito, nata dalle menti febbrili dei surrealisti e ora resuscitata su questo terrazzo, un atto di creazione collettiva, un'affermazione potente che la letteratura non è proprietà di pochi eletti, ma un diritto e una responsabilità di tutti.
Le penne graffiano la pergamena, il silenzio è rotto solo dal fruscio del foglio e dal respiro trattenuto di chi si appresta a leggere la parola lasciata dal suo predecessore. Fronti corrugate dalla concentrazione, sorrisi furtivi, occhi che si illuminano di comprensione.
Intanto in altri posti non lontani si parla di vendite e di classifiche, di diritti d'autore e di traduzioni. Si costruiscono alleanze, si tramano piccole vendette letterarie. Qui, invece, si crea. Senza secondi fini, senza aspettative di gloria o di guadagno. Si scrive per il puro piacere di farlo, per il brivido di vedere le proprie parole intrecciarsi a quelle degli altri in una danza imprevedibile e meravigliosa.
Il tempo scorre, le storie prendono forma, mischiando mondi fantastici e cronache del quotidiano, confessioni intime e manifesti avanguardisti. Ogni autore è un universo a sé, un testimone della potenza creativa che si sprigiona quando le persone sono libere di esprimersi senza filtri e senza paura del giudizio.
Perché questa è la missione, portare la letteratura dove nessuno si aspetterebbe di trovarla, dare voce a chi è sempre stato zittito, creare spazi di libertà e di creatività in un mondo che appare sempre più chiuso e conformista.
Mentre scendiamo le scale, portando con noi la pergamena piena di storie appena nate, sappiamo che questa è comunque solo una tappa del nostro viaggio. Domani ci saranno nuovi terrazzi da popolare, nuove voci da scoprire, nuove rivoluzioni da innescare. E noi saremo in prima linea, armati solo di penne e di pergamene, pronti a sfidare il mondo con la forza delle nostre parole.