Avere vent'anni #14 (2016)
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Avere vent'anni #14 (2016)

 

2016 - TN GOES TO TORINO

 

Il Salone. L'appuntamento annuale che fa convergere nel capoluogo piemontese il gotha dell'editoria italiana, stand più grandi di un appartamento, le stelle del firmamento letterario, i critici più influenti, scolaresche in gita, perdigiorno professionali. Un evento che si vorrebbe solenne celebrazione della cultura ma che, lo sappiamo, troppo spesso si riduce a passerella mondana, a vetrina del già noto, a rassegna dell'ovvio.

TerraNullius ovviamente non ci sta. TerraNullius va a Torino, ma a modo suo. In macchina, in treno, in pullman, o col proprio furgoncino griffato. Si finanzia le trasferte con serate in cui legge racconti e cucina pasta e polpette. TN non può e non vuole piegarsi ai rituali stantii di un'industria culturale che ha smarrito la sua vocazione originaria, e così, anno dopo anno, si insinua negli interstizi del Salone, puntando a eroderne i margini, a sovvertirne le logiche con solerte determinazione.

 

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Eccoci dunque, ancora una volta, come quasi ogni anno, a varcare la soglia del Lingotto, ma il nostro sguardo non è rivolto ai padiglioni scintillanti, alle luci della ribalta, ai palchi dove si avvicendano i soliti noti. No, noi cerchiamo gli angoli bui, i corridoi deserti, le scale antincendio, le porte tagliafuoco oltre le quali ci si nasconde per fumare. Perché è lì, negli spazi liminali, che si annida la vera scintilla della creatività.

In un bed and breakfast dall'arredamento kitsch, trasformiamo una stanza in un covo di resistenza culturale. Qui accogliamo giornalisti dissidenti, critici eterodossi, scrittori refrattari al sistema. Le pareti scrostate diventano la scenografia ideale per dibattiti infuocati, per letture che faranno tremare le fondamenta del canone letterario, o forse no, perché quello che conta è essere al di là di ogni canone.

 

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Un anno, con un colpo di fortuna, mettiamo le mani su un villino appena fuori città. Il proprietario, un eccentrico collezionista di memorabilia circensi, ce lo affitta per una cifra irrisoria. E noi trasformiamo quel luogo surreale in un'enclave di libertà creativa. Tra nani di gesso e trapezisti imbalsamati, organizziamo una festa che diventa leggenda, poeti storpi declamano versi blasfemi, performer avant-garde mettono in scena happening che sfidano ogni convenzione. L'alba ci sorprende esausti ma euforici, ubriachi ma consapevoli di aver dato vita a qualcosa di unico e irripetibile.

 

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Ma TerraNullius sa adattarsi a ogni situazione. Quando le finanze scarseggiano, ci rifugiamo in un ostello della gioventù. Letti a castello e bagni in comune non ci scoraggiano, anzi, trasformiamo la necessità in virtù. Nella sala comune, tra zaini enormi e chitarre scordate, improvvisiamo un reading che lascia a bocca aperta backpackers di mezzo mondo che nemmeno capiscono quello che diciamo, ma in fondo le parole sono solo una convenzione. Quello che diciamo rimbalza sulle pareti spoglie, si insinua sotto la pelle di giovani viaggiatori piantando, così ci piace pensare, semi di ribellione che germoglieranno in terre lontane.

 

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E poi ci sono le incursioni nel cuore stesso del Salone. Ci muoviamo come guerriglieri culturali, pronti a sferrare attacchi lampo, ogni nostra azione diventa un granello di sabbia negli ingranaggi ben oliati dell'industria culturale. Sappiamo che da soli non possiamo abbattere il sistema, ma possiamo incepparlo, rallentarlo, costringerlo a fare i conti con la propria inconsistenza. E più di ogni altra cosa, possiamo offrire un'alternativa. Possiamo dimostrare che esiste un altro modo di fare cultura, di vivere la letteratura, di celebrare la parola scritta, puntiamo a essere la testimonianza che ci sarà sempre una voce fuori dal coro, un sassolino nella scarpa del conformismo, una spina nel fianco del pensiero unico. Perché la vera letteratura non si fa nei salotti o negli stand giganteschi, non si misura in copie vendute, non si lascia imbrigliare in categorie prestabilite né in schedule di appuntamenti, ma rimarrà sempre un atto di ribellione, un grido di libertà, un invito a vedere il mondo con occhi nuovi, a cercare gli artisti che camminano nascondendosi nell'ombra dei muri.

 

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