Avere vent'anni #12 (2014)
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Avere vent'anni #12 (2014)

 

2014 – MAI MORTI

 

"Ai trapassati, ai vivi di allora, quello che noi saremo per i vivi di poi, è dedicato Mai Morti". Con queste parole TerraNullius inaugura quella che diventerà forse la sua rubrica più popolare. Pensata da Marco Lupo e Luca Moretti, Mai Morti nasce in origine come volume cartaceo pubblicato nel 2012, un'antologia di brevi epitaffi dedicati ad artisti, intellettuali e personalità più o meno famose che, con le loro opere e il loro vissuto anticonvenzionale, hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia della cultura, o della storia tout court. Testi brevi ma densi e visionari, quasi a presagire un loro potere soprannaturale di esorcizzare la morte stessa, facendo rivivere sul piano letterario esistenze singolari e irripetibili, in ogni caso da disseppellire per rendere loro giustizia letteraria, accogliendo le loro effigi iconoclaste come contrappunto alle retoriche e alle poetiche dominanti.

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C'è sempre una lotta contro l'oblio quando si apre un libro, quando lo si fa nostro integrando le sue parole nel flusso ininterrotto delle nostre esperienze di vita. Da lettori ci si appropria dell'opera con tutte le nostre difese armate contro il rischio di un asettico distacco critico, ma ecco allora che nel nostro desiderio la distanza tra autore e lettore si assottiglia, si stemperano le difese intellettuali e il libro si anima, diventa una presenza viva fatta di carne e parole. Mai Morti dunque non vuole essere solo una rubrica letteraria, ma un vero e proprio culto, un rito di evocazioni in cui le biografie, le gesta, i pensieri di spiriti del passato vengono riportati alla luce con rinnovata intensità.

È un atto di svelamento, di sottrazione del velo che nasconde i tratti immortali di chi ha osato vivere senza riserve la vocazione umana più profonda, l'anelito all'infinito che è il motore autentico della creatività, questi uomini e donne che hanno sfidato i dogmi e le convenzioni e che possono ancora dirci molto di vitale per interpretare il nostro cammino terreno. Quando l'arte tocca l'essenza stessa della condizione umana, si libera da ogni costrizione di tempo e spazio, diventando un organismo vivente, un potente catalizzatore di risonanze interiori. È questa la forza rigeneratrice cui aspira ancora oggi la rubrica, rendere la parola scritta uno strumento di resurrezione simbolica per coloro che hanno lasciato un segno indelebile.

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Un viaggio ardito in quel territorio di frontiera dove vivi e morti sembrano confondersi, dove ciò che è stato impresso nelle pagine di un libro ma anche nei gesti e negli sguardi di chi ha vissuto quegli scritti nella carne viva della propria esistenza, ritorna a manifestarsi di fronte a noi come un miraggio tangibile, il respiro immortale dell'autore torna ad aleggiare sovrastando il muto sillabario impresso a fuoco sul foglio, un eterno ritorno dell'autentico aldilà dei formalismi e dei cliché. E così le figure eccentriche e rivoluzionarie vengono di nuovo ad abitare le stanze della nostra immaginazione come presenze ossessive, e Mai Morti è una stanza delle meraviglie curata da appassionati cultori, dove i fantasmi di uomini e donne che hanno celebrato l'arte della trasgressione sono rievocati in quella dimensione più autentica che va oltre i confini angusti delle biografie, delle opere o delle mere ricostruzioni filologiche.

È il piano della leggenda, del mito personale e artistico che come in tutte le grandi tradizioni sapienziali viene tramandato oralmente di iniziato in iniziato, di anima avida di bellezza in anima inquieta. Queste storie di ribelli e sognatori dell'arte e del pensiero e della vita non sono solo testimonianze storiche, ma vere e proprie guide, specchi interiori che catturano lo spirito più puro di un tempo in cui il fuoco della creatività si infiammò con particolare veemenza. Mai Morti va dunque intesa come una sorta di iniziazione, un itinerario di bellezza e angoscia umana in cui specchiarsi per ritrovare le radici più autentiche della ricerca espressiva, del bisogno di riscatto e di intima trascendenza che è la forza motrice di ogni anelito artistico.

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Ogni coccodrillo è una stazione, una tappa misteriosa in questo viaggio visionario che costeggia i sentieri meno battuti della memoria letteraria, volti che emergono da un passato rimosso, presenze sottratte all'oblio per essere consegnate a un nuovo pubblico di iniziati. In questa dimensione di frontiera tra il reale e l'immaginario, gli epitaffi letterari potranno rivelarsi sciamani di porte altrimenti precluse, aprendo varchi su regni altri, mondi oscuri e affascinanti celati nell'ombra della storia ufficiale, le vite e le opere di questi irregolari dell'arte e della cultura – questi irregolari dell'esistenza – diventano così talismani di conoscenza esoterica. Perché in fondo, questi esseri radicali hanno osato spingersi laddove le menti più convenzionali temono di avventurarsi. Hanno scavato nelle profondità ignote della psiche e del reale, decostruendo gli idoli rassicuranti dell'ordine costituito per farvi balenare energie primordiali di rinnovamento.

È questa in fondo l'autentica funzione liberatoria che TerraNullius da sempre vuole assolvere: scardinare le strettoie delle narrazioni precostituite, delle verità ufficiali, di tutto ciò che ci costringe entro gabbie mentali rassicuranti ma asfittiche. Rievocare dunque gli spiriti di chi ha sovvertito canoni e paradigmi può diventare un vero e proprio esorcismo contro le forme di pensiero unico e di accademica ortodossia.

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Brevi scritti che sono allora guizzi di genuina alterità, ricordi scomodi che sfidano il rischio sempre in agguato di adagiarci in una visione rassicurante e compiaciuta della cultura e della nostra stessa creazione artistica. Questi trapassati evocati sono invece qui a rammentarci che il fuoco sacro dell'arte è tutt'uno con lo spirito di insubordinazione, con la volontà di esplorare gli angoli più oscuri e perturbanti del reale.

Mai Morti si configura quindi come un pellegrinaggio nelle terre di frontiera dello spirito creativo, un viaggio di riscoperta di tutte quelle eterodossie, quegli scarti e irregolarità che hanno saputo dischiudere inediti orizzonti di percezione dell'umano, un itinerario anticonvenzionale che procede per epifanie, lampi e visioni capaci di scardinare le sovrastrutture rassicuranti della cultura ufficiale. Perché in fondo, come c'insegnano i trapassati che raccontiamo, è solo sprofondando nell'abisso e facendo i conti con gli spettri e le ossessioni più inconfessabili che l'artista e l'intellettuale possono davvero inaugurare nuove vie di liberazione dello sguardo e del pensiero.

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