Christ in concrete

Christ in concrete

E Paolino lavorò per ore, solo, in ginocchio, chino sulle stecche. Ogni volta che piegava la schiena sentiva una fitta ai lombi. Il manico della cazzuola cominciò a sembrargli pietra, la polvere di mattone gli escoriava le dita, la calce viva gli scottava le mani.

Paolino, Paul nella traduzione di Nicola Manuppelli per Readerforblind (2022) è il maggiore dei figli di Geremia (Geromio), morto in cantiere per mano indiretta dell'ingordigia degli appaltatori. È il maggiore dei suoi ma ha dodici anni, dodici anni rubati ai giochi e alla spensieratezza, dodici brevi anni di infanzia prima di finire nella morsa del job.

Su, giù, su, giù, pesca calce, scucchiara, spandi, picchietta, giù, su, giù, su, e adesso il cantiere non era più un antro spaventoso che visiti per caso senza renderti conto di niente, ma si delineava già nei grigi delle pietre e nei rossi dei mattoni, negli odori di grigie ossa d'uomo e di rosse carni sudate. Attraverso fitte di dolore, ore, squallide livelle, il job diventava una realtà familiare, una sensazione nuova, brivido di uomini e pietre ed acciaio.

Il lavoro, il job è per gli italo americani emigrati di inizio secolo la via per l'emancipazione e per l'alienazione e la morte, non è un atto di normale esistenza, è quasi un atto eroico di quotidiana sopravvivenza. Paolino è l'eroe greco di questa tragedia al contrario, dove la morte tragica avviene all'inizio dei fatti e il piccolo eroe affronta in seguito le le sue prove, in un mondo infernale di buoni e cattivi compagni, con cinici nocchieri a dettare il ritmo della vita e del job.

E musi pesti che tradiscon la foia sfogata e fiati che sanno d'aglio e vino non digeriti e di cattivo tabacco e acidi volti assonnati e sorrisi amari e svogliate mosse e schiene curve e pastoso silenzio freddo come il mattino... poi, d'un tratto, il fischietto... e una ridda di scheletri - carni in toni rossi e grigi, voci di uomo, e la grande bestia, il job, che li ridesta dal freddo all'azione.

Pietro di Donato - Cristo fra i muratori


La Festa delle Narrazioni Popolari, a partire dal pomeriggio del 16 agosto, porterà nel convento di Civitaretenga (Comune di Navelli, AQ) una tre giorni con un programma fitto e completamente gratuito, messo a punto grazie a una progettazione inclusiva e costruita dal basso. Una sfida che, radunando scrittori, editori, agitatori culturali, artisti ed esperti del territorio, vuole dare corpo a molteplici contenuti e a un appuntamento culturale che sappia tornare alle narrazioni come motore primo della vita collettiva.

Molti i libri e gli autori che animeranno le giornate: dai romanzi legati al territorio e oggi salvati dall’oblio del tempo, come Cristo fra i muratori, capolavoro di Pietro di Donato del 1937, presentato dallo scrittore Sandro Bonvissuto che ne ha curato la recente ristampa, ed Epistolario Collettivo di Gian Luigi Piccioli, romanzo ambientato nel vicino borgo di Navelli, fino ai testi e agli autori che negli ultimi anni si sono fatti portavoce più autentici delle narrazioni popolari, come la cantautrice, scrittrice e paroliera Giulia Anania, e lo scrittore e poeta Aurelio Picca.

Al romanzo di Di Donato sarà inoltre dedicato il murales che l’associazione a.DNA, da oltre dieci anni impegnata nella promozione di arte contemporanea, realizzerà su uno degli edifici storici del piccolo borgo che ospita la tre giorni.

>> Festa delle Narrazioni Popolari - evento fb
>> Cristo fra i muratori - Readerforblind

Related Articles