Tocca la pesca
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Tocca la pesca

In questi giorni è diventato oltremodo virale lo spot pubblicitario di una nota catena della grande distribuzione alimentare, uno spot nel quale una bambina con genitori separati va a fare la spesa con la mamma, e da lei si fa comprare una pesca. Più tardi, a casa, quando il padre passa a prenderla, porge a lui il frutto, dicendo che si tratta di un regalo della madre. Una piccola bugia con il sottotesto della speranza, per la bambina, che i genitori possano magari tornare insieme. Il tono dello spot è consolatorio e malinconico, pieno di dolcezza e buoni sentimenti, forse persino troppo ostentati, qualcuno dice stucchevole.

A noi più che altro fa tornare in mente una scena assai ambigua di Chiamami col tuo nome e tuttalpiù un vecchio album degli Squallor – che aveva l'albicocca nel titolo, ma concettualmente siamo lì, al netto della rima interna.

Di sicuro la storia raccontata sembra toccare un argomento emotivamente carico: la separazione dei genitori e il desiderio di riunire la famiglia per il bene della bambina. Questo tipo di narrazione può suscitare empatia e coinvolgimento emotivo nello spettatore, poiché affronta temi universali come l'amore, la famiglia e la speranza. Tuttavia la percezione di una pubblicità come questa può variare notevolmente, e lo abbiamo certamente notato nelle molte reazioni di questi giorni, che hanno coinvolto utenti dei social, personaggi pubblici e primi ministri.

Alcuni hanno trovato lo spot (della durata inusuale di due minuti, praticamente un cortometraggio) toccante e commovente, apprezzando il messaggio di speranza e il tentativo di affrontare un tema delicato. Altri hanno storto il naso di fronte all'utilizzo delle emozioni di una bambina per scopi commerciali, ritenendo che la pubblicità sfrutti la vulnerabilità delle persone per vendere prodotti. Noi, consapevoli che la pubblicità da sempre sfrutta tutto quello che può sfruttare col solo scopo di promuovere un marchio, siamo dell'idea che la comunicazione promozionale funziona quando si fa notare – e questa senza dubbio lo fa.

Discutere del significato più o meno nascosto, sociologico o politico che sia, ci interessa fino a un certo punto. Del resto può esistere un messaggio commerciale che non sia reazionario? Così ci portiamo avanti e andiamo a proporre qualche idea incentrata su altri frutti, per variare un po', casomai nella GDO fossero a corto di spunti.

 

La pera

Una madre separata prepara lo zainetto del figlio, e per la merenda mette dentro una pera. A ricreazione il bambino divide il frutto con un compagnuccio senza merenda, e quando i genitori lo vengono a sapere dalla maestra si sorridono.

L'uva

Durante un giorno di pioggia, un ragazzo va a trovare il padre portando con sé un grappolo d'uva. La madre lo scopre e riprende a comunicare con il padre attraverso messaggi riguardo alla sicurezza stradale, visto che le è appena suonato l'allerta meteo a causa dei temporali. Questo piccolo gesto riaccende la loro comunicazione, a dispetto della grandine più grossa degli stessi chicchi d'uva.

Il cocco

Durante una serata con il padre, una bambina vorrebbe mangiare del cocco, ma nota che è difficile aprire la noce. Chiede così aiuto al genitore e insieme cercano di aprirlo. Non ci riescono, ma questo piccolo atto di cooperazione rafforza il loro legame. Quando torna a prendere la figlia, la madre spiega a entrambi come si fa.

Il kiwi

Durante una passeggiata estiva al parco, una bambina mangia un kiwi e conserva i semi, per poi piantarli in terrazzo immaginando che possano significare una nuova possibilità di unione tra i suoi genitori. Ci vogliono diversi anni prima che una pianta di kiwi produca frutti, ma la bambina non lo sa ed è comunque ottimista.

La mela

Una bambina va in campeggio con il padre e al ritorno porta con sé una mela. Di nuovo a casa con la madre, la lascia sul tavolo della cucina. Anche se non riesce a vedere il risultato immediato, spera che possa simboleggiare la pazienza necessaria per far rinascere la relazione dei suoi genitori.

 

pesca 3

 

Vista la evidente sovraesposizione mediatica di questi giorni, se la questione della frutta da un lato e dei genitori divorziati dall'altro dovessero apparire inflazionati e dunque stantii, la nostra rivista aka agenzia di comunicazione si sente di proporre pure una lista di concept a tema verdure e ortaggi, inserite in differenti contesti ma tutte indirizzate verso il medesimo risultato dolceamaro.

 

La zucchina

Dopo anni di litigi per i confini dei rispettivi terreni, due burberi vicini di casa condividono una zucchina del loro orto, sperando che il momento conviviale li spinga a risolvere le loro divergenze e vivere in armonia.

La patata

Un gruppo di amici cucina insieme patate al forno, convinti che questa serata fraterna possa aiutarli a sostenersi a vicenda mentre affrontano le difficili sfide della vita.

La zucca

Dopo un disastro naturale, una famiglia all'apparenza triste prepara una zuppa di zucca. Riunita nel cucinino dell'unità abitativa temporanea, immagina un giorno di poter ricostruire la propria vera casa distrutta dagli eventi.

La melanzana

Due dipendenti d'ufficio che non si sopportano condividono durante una pausa pranzo una melanzana grigliata, trovando un punto d'incontro nell'infastidire gli altri colleghi.

I piselli

Dopo un anno particolarmente duro e difficile, una nonna riunisce tutta la famiglia attorno alla tavola a sgusciare i piselli, sperando che questo atto li porti a essere nuovamente uniti e felici.

 

Come vedete, in ciascuna di queste storie frutta e verdura incarnano il desiderio di risolvere i conflitti, migliorare le relazioni e promuovere l'unità tra le persone coinvolte. Se siete interessati a comprarne i diritti scrivete pure al nostro indirizzo di posta elettronica.

 

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