Capitano di ventura, podestà, militare in carriera, soldato valoroso in battaglia, Lorenzo Spirito è passato alla storia per essere stato l’uomo che, più di ogni altro, amò la vita, essendo stato, egli stesso capace di giocarci pur senza mai volerla mettere in pericolo.
Tanto convinto era della preziosità degli attimi che pensava non si dovesse sciuparne neanche uno con affanni e insicurezze. Convinto sostenitore che dubbi e paure fossero cose capaci di distrarre dalla felicità, era altrettanto convinto che le stesse nascondessero le risposte che ciascun uomo insegue ma nel cuore già possiede, pur senza avvedersene. Dieci anni prima che Colombo toccasse le Indie, poi Americhe, aveva capito che il suo contributo al mondo dovesse essere quello di contrastare gli affanni della vita restituendo a ciascuno il potere di svelare, alla propria ragione, quali strade intraprendere e quali scelte operare. Alle domande che angustiavano giovani spose, mogli intenzionate a rimanere gravide, soldati in guerra, commercianti alle prese con investimenti e bastimenti, rispose con un gioco, unica pratica capace di dare senso alla Fortuna.
Cautamente, pur lasciando al Regno dei Cieli la competenza imperscrutabile dell’anima e dei peccati, decise infatti, di rovistare nella scienza, tra gli astri, nella cultura latina e nel buon senso.
Recupera mostri e oroscopi, metodi di divinazione e metamorfosi. Legge, studia. Doveva piacergli parecchio l’esistere e l’incedere della natura se financo si incaponisce a tradurre in volgare Ovidio perché diventasse di tutti. Fino all’anno del signore 1482, quando, con il suo Libro delle sorti, quello conservato alla biblioteca Marciana di Venezia e illustrato dalla scuola del Perugino, si decide a raccontare al mondo le favole di cui ha bisogno. Cinque, le sezioni e i temi su cui i miniaturisti si divertirono - con lui - a trasformarlo in successo editoriale. Come le dita di una mano. Le questioni da dirimere con immagini e profezie si susseguono procedendo dalle cose terrene (la ruota della fortuna e i re) verso la levatura del divino (sfere celesti e profeti) passando per la via mediana segnata, allora come oggi, dalla interpretazione di simboli e segni astrologici. Scelti gli eterni temi di donne e uomini, mise ordine tra le domande ricorrenti costruendo le relative risposte, e queste, a loro volta, combinate in modo sapiente dal lancio dei dadi, seppero diventare sempre e per sempre valide. Senza scomodare la Chiesa, all’epoca alle prese con i primi luterani, mosso dal nobile fine di sconfiggere la noia dei pomeriggi di una facoltosa e potente famiglia, codifica, organizzandole per primo, le FAQ sull’armi, l’amore, potere e conoscenza.
Battendo sul tempo (e in eleganza) finte fattucchiere, televendite e amuleti di sale da cucina, Lorenzo Spirito ebbe tale e tanta forza (e successo di pubblico) da sconfiggere la morte predicendo la vita, sempre.
Lorenzo Gualtieri Spirito, catalogatore di FAQ e autore, per gioco e per davvero, del Libro delle Sorti (1422-1496)